Giorgio Olla

"Conoscere La Storia per Capire il Presente"

Online dal 1985

L’Associazione Culturale di volontariato “Compagnia Medievale Monreale”, nasce con lo scopo di promuovere e divulgare gli usi e costumi medievali attraverso la ricerca e nello specifico lo studio del Medioevo in Sardegna. Una attenzione speciale è dedicata al momento in cui protagonisti del medioevo sardo erano i quattro regni giudicali, con particolare riguardo alle vicende del Giudicato di Arborea, dal quale l’associazione stessa prendendo il nome Monreale vuole ricordare quanto importante fosse il Castello di Monreale nel Giudicato di Arborea e che la storia ha indissolubilmente legato alla Villa di San Gavino Monreale ed alla chiesa di San Gavino Martire  definito dal Professor Francesco Cesare Casula(immaginiamo che la invocasse, con i fedeli, il vescovo di Terralba, Francesco Pasarinu, e il clero tutto, benedicendo il 25 novembre 1387 la cappella regia di San Gavino martire, “pantheon celebrativo  degli Arborèa”, appena finita di costruire dopo quarant’anni di lavoro fra guerre, pestilenze e carestie. Tratto dal libro: Eleonora d’Arborèa: 1 (Storia dell’Italia e della Sardegna) Francesco Cesare Casula. Il Pantheon dei Giudici del giudicato di Arborea.

"nel mentre in quel di Arbaree"

ELEONORA

La storia della Giudicessa Eleonora (o Elianora) d'Arborea, una delle donne più valorose della storia della Sardegna vissuta tra il 1347 e il 1404, è giunta a noi per mezzo di pochi documenti storici e tante leggende legate alla sua persona. Di sicuro, sappiamo che Eleonora è stata una figura fondamentale nella gestione del suo giudicato, l'ultimo stato sardo autoctono, e per la promulgazione della Carta de Logu.

Nel 1383 il fratello di Eleonora Ugone, giudice di Arborea, viene assassinato assieme a sua figlia nel suo palazzo da alcuni congiurati. Si pone a questo punto il problema della successione: Eleonora in quel tempo ha già due figli maschi avuti dal matrimonio con Brancaleone Doria, ma sono ancora in età puerile. Per tutelare l’onore del fratello ucciso e garantire a suo figlio Federico il trono di Arborea, Eleonora si proclama Juighissa de Arbaree grazie all’antico diritto regio sardo secondo il quale le donne potevano succedere al trono del loro padre o fratello.

Le nostre radici
impresse nel tempo

La sua reggenza sarà caratterizzata dal continuo contrasto verso l’invasione aragonese. Per rafforzare la propria posizione, Eleonora comincia a visitare in prima persona molte città e borghi dell’Oristanese, cercando di far giurare al popolo fedeltà al figlio Federico. I suoi sforzi sono ripagati, e molti si arruolano nell’esercito per combattere il nemico nel nome della giustizia e del popolo sardo. Nel 1387 il primogenito Federico muore e a lui succede il fratello Mariano, sempre sotto la reggenza della madre Eleonora. La situazione politica non cambia e nel Giudicato la guerra continua ad alternarsi a trattative di pace per altri due decenni. remarkably.

Una delle eredità più importanti di Eleonora è la Carta de Logu (Carta del Popolo), emanata nel 1392 e rimasta per molti secoli una delle principali fonti giuridiche della Sardegna. Eleonora sceglie di far redigere la Carta in arborense, chiaro segno del suo intento di farne conoscere il contenuto al popolo. Come principio fondamentale, viene sancita l’uguaglianza degli uomini davanti alla legge. Tra le altre cose trattate vi sono le uccisioni, lo stupro, l’adulterio, il testamento, le aggressioni, i furti, l’usura, i falsi, le negligenze dei giudici, le testimonianze, le usucapioni, la caccia, la pastorizia, le questioni fiscali, il commercio e tutto ciò che riguarda la vita giuridica, amministrativa e sociale del giudicato.