Il Consiglio dei Ministri  impugna la legge sarda che aumenta  le province da 4 a 8 senza il preventivo referendum previsto dallo statuto della regione

Il Governo – si legge da fonti di palazzo Chigi – si è opposto alla riforma che, con una immotivata moltiplicazione di enti, avrebbe dato vita a una struttura troppo complicata, articolata e inutilmente costosa senza il doveroso ricorso alla consultazione popolare prevista dallo statuto.

Nel 2012  l’esito della consultazione anti-casta che doveva mettere fino a metà degli enti intermedi dell’isola. Invece nel frattempo la riforma ha creato unioni dei comuni, “mini-città metropolitane”, città medie, reti urbane… E al centro di tutto ci sono i soldi in arrivo da Cagliari, Roma e Bruxelles.

Gli elettori sardi nel 2012  hanno approvato a larga maggioranza quattro referendum abrogativi per altrettante province. Olbia-TempioOgliastraMedio Campidano e Carbonia-Iglesias dovranno essere quindi cancellate a pochi anni dalla loro travagliata istituzione, iniziata con una serie di leggi a partire dal 1997.

Oggi si tenta di riesumarle nonostatnte i cittadini della Sardegna abbiano già espresso chiaramente il loro parere votando al referendum del 2012 per l’abolizione delle quattro province regionali.