Sulla presenza dei primi abitanti della Sardegna e specificatamente nella zona di Arbus, appare interessante la scoperta di due scheletri umani, battezzati dai ricercatori Beniamino e Amanda, ritrovati ad Arbus in località S’Omu e s’Orku, i quali, in base alla datazione con Carbonio-14 eseguita nei laboratori dell’Università dell’Arizona, risalirebbero a circa 8500 anni fa, durante il periodo Neolitico[6]. Nel 2011 in località Su Pistoccu, nella Costa Verde è stato rinvenuto il più antico scheletro umano completo sardo, ribattezzato Amsicora, che visse in un’epoca ancora più remota, ossia durante il periodo di transizione tra il Neolitico e il Mesolitico, 10 000-8 200 anni fa circa.La data esatta della fondazione di Arbus non è nota: non risulta inserito nell’elenco delle decime pontificie del 1341 poiché, diversamente da oggi, il paese si presentava strutturato in diversi villaggi tra cui Santu Domini, Santa Sofia, Bidda Zei, Bidda Erdi, Villa Babari, Funtana Atza, Cilirus, presso Flumentorgiu, “Villa Jaca” e altre piccole località ma col tempo, a causa dei numerosi attacchi via terra e via mare di Saraceni e Aragonesi i diversi abitanti confluirono in un unico centro abitato. A dimostrazione di questo infatti fu proprio il rione Conch’e Mallu ad essere il primo centro cittadino, poiché colle più alto e meno attaccabile, fino poi a svilupparsi verso la vallata più in basso. Già nel 1320 è menzionato come facente parte del giudicato d’Arborea all’interno del suo territorio storico (curatoria di Bonorzoli). Lo stesso Castello di Arcuentu sul Monte omonimo (785 m), di cui rimangono poche rovine, fu dato nel 1164, in pegno da Barisone I de Lacon D’Arborea, nominalmente re di Sardegna, ai Genovesi per il prestito di un forte somma di denaro.